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Trento-Cuneo, la sfida infinita
Trento-Cuneo, la sfida infinita
di Adelio Pistelli
22/01/2011
Cambia la città, non cambiano i protagonisti. Rieccoli, ancora una volta una di fronte all'altra. Ma non dovevamo vederci più?
Lucio Battisti
rilanciava questa domanda in una meravigliosa canzone di anni fa quando
Trento e Cuneo
non si conoscevano ancora. Però hanno fatto in fretta a diventare "cari nemici"�due formazioni che durante le semifinali di Coppa Italia hanno ribadito la loro "distanza" da chi prova e, con grande intensità, (leggi
Macerata
), a tenere il passo di chi sta imprigionando la pallavolo italiana. E domenica nuovo faccia a faccia: come la scorso anno, a Montecatini, anche a Verona, riecco Trento e Cuneo, l'una contro l'altra armata per una sfida piena zeppa di interrogativi.
Il primo:
quanto peserà la maratona dei piemontesi (contro la
Lube
) a dispetto di trentini che con la
Sisley
hanno guadagnato la finale in poco più di un'ora?
E ancora:
cosa avranno nella testa i giocatori di
Rado Stoytchev
alla vigilia del nuovo "rendez vouz" con la
Bre Banca
? Non resta che aspettare e capire, per esempio, se la regolarità di
Parodi
riuscirà a creare problematiche importanti ai trentini, come ha fatto nella semifinale contro Macerata. Solo alcuni dati sul giovane schiacciatore dei piemontesi:
80% di ricezione positiva, 3 muri, 63% in attacco:
straordinario. Come del resto era stato anche nel V-day. Ma perchè, a proposito di interrogativi, le battute Lube lo hanno cercato in maniera quasi ossessiva (51 ricezioni per il giocatore di Cuneo)? "
Era necessario, volevamo tenerlo fuori dal gioco e qualche volta le battute non sono andate come dovevano. Mi spiace, soprattutto perchè abbiamo buttato via una gran partita
". Parole di
Mauro Berruto
, piemontese di Torino, coach Lube, arrivato ad passo dalla finale ma costretto ad arrendersi alla tenacia e alla forza mentale dei Grbic e soci. A proposito, sentite il regista che ha portato la società piemontese alla sesta finalissima di Coppa Italia della sua storia. "
La forza di crederci, proprio quando tutto sembra andare storto (7-3 per Macerata nel tie break, ndr) è la conferma che questo gruppo, in campo e chi lo guida dall'esterno, ha qualcosa in più, che riesce a restare lucido, isolandosi da tutto e tutti per trovare poi le giuste soluzioni".
E domenica è ancora
Trento-Cuneo,
un match da seguire da capire, da leggere tra le righe, per esempio, dei campioni d'Europa (e del mondo) che hanno "passeggiato" sugli svarioni e sulla scarsa continuità di Treviso. Alle corte: sarà molto interessante scoprire quando e come Juantorena, sempre più uomo simbolo di Trento, riuscirà a prendere per mano i suoi compagni per cercare una ricercatissima vittoria dai diversi significati...
Inutile girarci attorno: su questa finale, Trento mira a cancellare anche le ultime due amarezze patite da Cuneo, sia nella finale scudetto che nella Supercoppa Italiana. Tutti nel clan negano di pensare a potenziali rivincite. Stoytchev è sempre pronto a confermare che
"Quello che è stato è stato, guardiamo avanti"
. E' difficilmente credibile guardando al cammino imperioso dei suoi uomini (imbattuti in campionato e padroni del mondo che schiaccia), ma sconfitti due volte su due da Cuneo nelle ultime due sfide che contavano davvero. E allora, vale la pena ritornare nel tardo pomeriggio di domenica al
PalaOlimpia,
e chi non ce la fa, trovi il tempo di sistemarsi davanti alla televisione (
per la diretta, dalle 18, di Rai Sport
), il divertimento è assicurato. Magari ci saranno anche delle polemiche, sicuramente qualche battibecco e tutto sarà sale sulla coda di una sfida che solo teoricamente i più ottimisti regalano a Trento. Sarà vero?
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